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Educare i bambini all’empatia è importante: ecco perché

Educare i bambini all’empatia è importante: ecco perché

La parola empatia deriva dal greco “empatheia” che significa sentire dentro e indica la capacità di comprendere i sentimenti altrui e l’abilità relazionale di entrare in sintonia con un’altra persona. Si tratta di un’abilità presente fin dalla prima infanzia ma che può essere sviluppata nel corso della crescita con numerosi benefici a livello sia relazionale sia personale.

Indice dei contenuti:

1. Empatia emotiva ed empatia cognitiva

2. Quali fattori contribuiscono allo sviluppo dell’empatia?

3. I vantaggi specifici di un atteggiamento empatico

4. Il ruolo dei genitori e degli insegnanti

5. Praticare le otto abitudini utili ai bambini per educarli all’empatia

 

1. Empatia emotiva ed empatia cognitiva

L’empatia ha sia una componente emotiva sia una cognitiva. 

L’empatia emotiva è la capacità di esperire i sentimenti altrui, sentirli come se fossero i propri in una condivisione emotiva dello stato d’animo. È l’abilità di percepire le emozioni che un’altra persona sta provando. La vediamo agire quando ci commuoviamo davanti a un film, o quando ci sentiamo euforici ed esultiamo per un giocatore che ha appena messo a segno un punto per la nostra squadra. 

L’empatia cognitiva è l’abilità di immaginare come possa essere l’esperienza emotiva che un’altra persona vive in una determinata situazione. Si tratta della capacità di vedere e di osservare le cose dalla prospettiva altrui, immaginando come la persona si possa sentire vivendo una situazione. 

Anche se per noi tale situazione non è  familiare o non l’abbiamo mai vissuta personalmente, possiamo porci nei panni altrui e immaginare come quella persona possa sentirsi a viverla. Per esempio, se un bambino vede un amico piangere, l’empatia emotiva lo spingerà a voler aiutare l’amico nell’urgenza di sedare il pianto; l’empatia cognitiva invece porta a comprendere che l’amico è triste e che probabilmente ha bisogno di essere confortato in quella specifica situazione. 

Segnali di preoccupazione empatica sono stati osservati nei bambini a partire dall’età di 8 – 10 mesi, ad esempio mostrare apprensione quando qualcuno piange, e possono essere osservati abitualmente nei bambini. 

Come per ogni aspetto dello sviluppo, la qualità e la quantità della sensibilità empatica può variare in modo significativo da un bambino all’altro.

Sappiamo che quando i bambini imparano a essere empatici nelle prime fasi del loro sviluppo, avranno maggiori probabilità di acquisire competenze empatiche più sofisticate nel tempo; da adulti potranno riuscire a relazionarsi con gli altri con gentilezza, rispetto e comprensione. 

Gli studi di Martin e Clark (Distress crying in neonates, 1982) hanno mostrato come bambini molto piccoli, di pochi mesi di vita, reagiscano con segnali di stress al pianto di un altro bambino.  Sono i primi indicatori di reazioni di tipo empatico al malessere e al disagio percepito in altri.

All’età di circa due anni, i bambini iniziano a manifestare una serie di comportamenti empatici quando qualcuno accanto a loro manifesta disagio o stress: ciò avviene con le espressioni facciali, con il tentativo di confortare abbracciando, e con espressioni verbali quali “perché piangi?”.

Lo sviluppo dell’empatia cognitiva prosegue successivamente: il bambino inizia a comprendere che gli altri hanno percezioni ed esperienze emotive diverse dalle proprie. Iniziano così a manifestarsi comportamenti a valenza prosociale che vanno dall’avere reazioni fisiche specifiche osservando la sofferenza altrui, fino a tentativi di recare conforto a livello verbale, anche distraendola.

 

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2. Quali fattori contribuiscono allo sviluppo dell’empatia?

Gli studi evidenziano una serie di fattori specifici che possono significativamente condizionare la capacità empatica nei bambini:

  • fattori genetici 
  • sviluppo neuronale
  • temperamento
  • fattori ambientali e sociali.

 

Se non è possibile agire in maniera diretta sui primi tre fattori, è possibile agire sui fattori ambientali e sociali promuovendo l’acquisizione di abilità empatiche. I bambini che imparano fin da piccoli l’empatia potranno diventare da adulti genitori, compagni, colleghi e amici empatici.

L’abilità di mostrare empatia è un’abilità che può essere acquisita e sviluppata nel corso dell’intera esistenza.  

I benefici di questa competenza sono altamente significativi. Ad esempio, bambini empatici hanno minori probabilità di sviluppare atteggiamenti bullizzanti nei confronti dei coetanei. Studi mostrano che i leader che ascoltano e comprendono le emozioni dei propri dipendenti hanno maggior probabilità di successo. Viceversa, la mancanza di intelligenza emotiva e di competenza empatica possono limitare la riuscita in ambito professionale. 

L’empatia gioca un ruolo importante nello sviluppo emotivo e sociale dei bambini: aiuta a interiorizzare le regole sociali e a imparare a distinguere fra ciò che è giusto e ciò che non lo è, promuove comportamenti e azioni prosociali di aiuto alle persone ed è correlata all’abilità e alla competenza sociale e con esse all’intelligenza emotiva. 

Per queste ragioni la competenza empatica migliora la qualità e la durata delle relazioni interpersonali, sia amicali che affettive.  

 

 

3. Vediamo i vantaggi specifici di un atteggiamento empatico

 

a. L’empatia ci connette emotivamente con le altre persone

Uno dei principali benefici dell’empatia è che ci permette di entrare in connessione emotiva con le altre persone. Quando sentiamo empatia per un’altra persona, stabiliamo una connessione con lei, la vediamo come una persona con speranze, sogni e paure, proprio come noi.  

La capacità di stabilire questo tipo di connessione è alla base della capacità di costruire relazioni basate sulla fiducia e sulla comprensione.

b. L’empatia riduce i conflitti

Quando empatizziamo con qualcuno, acquisiamo la capacità di vedere le cose anche dalla prospettiva altrui che ci aiuta a risolvere i conflitti in modo più amichevole. Anziché vedere l’altro come un avversario, possiamo provare a vederlo come un essere umano che al pari di noi merita comprensione e rispetto.

Un atteggiamento empatico si correla inoltre significativamente con livelli più bassi di aggressività nei rapporti interpersonali.

c. L’empatia costruisce relazioni più forti

L’empatia è la base della costruzione e del consolidamento di relazioni solide e stabili, siano esse con gli amici, con i famigliari o con i colleghi di lavoro. Quando empatizziamo con le persone, inevitabilmente sviluppiamo nei loro confronti una comprensione più profonda che ci porta a conoscerli meglio. 

Questa comprensione più approfondita a sua volta porta nel rapporto fiducia, rispetto e fluidità comunicativa, che sono gli ingredienti presenti nelle relazioni significative e durevoli. 

d. L’empatia insegna a regolare anche le emozioni

Comprendere cosa le persone provano in una determinata situazione aiuta a dare risposte congrue al contesto sociale in cui ci troviamo. Per riuscirci dobbiamo monitorare e gestire anche le nostre emozioni, anche in momenti di forte stress, senza sentirci sopraffatti. 

L’empatia non è un tratto fisso e stabile ma può essere promosso, nutrito, rinforzato. Può essere incoraggiato e coltivato grazie a fratelli empatici, così come dai genitori. Tuttavia, l’empatia richiede tempo per svilupparsi. 

 

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4. Il ruolo dei genitori e degli insegnanti

Genitori, insegnati chiedono spesso come promuovere l’empatia nei bambini. Ecco alcuni suggerimenti: 

 

A. Focalizzati sulle emozioni primarie

Non preoccuparti di descrivere al tuo bambino tutte le emozioni complesse e sfumate che viviamo. Inizia con l’insegnargli a riconoscere in sé e negli altri le sei emozioni di base: rabbia, disgusto, paura, felicità, tristezza e sorpresa

Puoi usare il linguaggio per fornire al bambino uno specchio di quanto gli sta accadendo internamente: sostenere la consapevolezza emotiva di un bambino significa ad esempio riconoscere e validare le emozioni che lui sta provando. 

Aiuta il bambino a nominare le proprie emozioni, ponendo domande come “Come ti senti?” “sei triste?”: può essere utile descrivergli quanto stai osservando, dicendo ad esempio “sembri essere arrabbiato… ti senti così anche dentro di te?” e poi provare a fare ipotesi sui motivi che possono rendere il bambino triste in quel momento, cercando di investigarne le ragioni e mostrando al bambino che eventi diversi possono provocare emozioni simili, come ad esempio la tristezza.

Un esempio: “Cosa è successo? Hai paura del cane oppure sei triste perché sai che la mamma deve uscire?” 

 

B. Poniti come modello nel valorizzare i sentimenti e le emozioni altrui

Per prima cosa, ogni volta che ne hai la possibilità, mostra calore ed empatia verso i bambini. I bambini osservano gli altri per imparare i modi più appropriati di comportarsi e di interagire e sono fortemente influenzati dai comportamenti che osservano attorno a loro. 

Puoi porti come un buon modello riconoscendo e dando valore ai sentimenti e alle emozioni altrui, mostrando comprensione ed empatia quando qualcuno è triste, arrabbiato, turbato, stressato, frustrato, o quando ha bisogno di aiuto. 

Quando i bambini mostrano emozioni negative cerca di capire cosa sentono, quindi aiutali a riconoscere e a etichettare le loro emozioni. Continua a confortare fintanto che il bambino non si sente meglio prima di passare a fare altro. 

I bambini più piccoli a volte necessitano di aiuto nel comprendere cosa stanno provando; pertanto, nomina le emozioni che ti descrivono, insegna loro a riconoscerle e a distinguerle. 

 

C. Crea collegamenti fra le emozioni, i pensieri e i comportamenti

Quando parli di emozioni a un bambino, crea connessioni e collegamenti fra i comportamenti e le emozioni, in maniera da aiutarlo a comprendere i rapporti di causa e di effetto fra di essi. 

Per esempio: “Riccardo è triste perché un compagno gli ha sottratto il suo gioco. Cosa potrebbe aiutare Riccardo a sentirsi meglio?”

Insegnare ai bambini a creare delle connessioni di causa e di effetto può essere fatto anche attraverso storie, giochi di ruolo, leggendo libri. Parla ai bambini dei pensieri, dei sentimenti e dei comportamenti dei personaggi delle storie che leggi o racconti loro. 

Cosa potrebbero fare poi i protagonisti? Come si sentono? Crea collegamenti fra queste narrazioni immaginarie e l’esperienza del bambino. Per esempio, se il protagonista è triste perché ha litigato con il suo compagno di avventure, collega quel sentimento a una situazione in cui il bambino in passato ha provato un sentimento analogo in una situazione simile. Questo aiuta il bambino a comprendere in modo più chiaro il legame e il rapporto fra sentimenti, pensieri e azioni.

Per i bambini più grandi di cinque anni in su chiedi loro di immaginare di essere nella mente del protagonista, di provare ad assumere la prospettiva di un altro bambino. “Come pensi che si senta? Per quale motivo potrebbe essere arrabbiato? Cosa potremmo fare per aiutarlo?”

 

D. Costruisci un clima di empatia

Come famiglia o come insegnante in classe,  lavora insieme ai bambini per costruire un ambiente emotivo che li incoraggi ad essere empatici e comprensivi nei confronti dei famigliari e degli amici. 

Se il tuo bambino, o un bambino nella tua classe, fa fatica a vivere momenti di empatia, aiutalo creando situazioni in cui può sperimentarla e metti in evidenza quanto essere gentili gli uni verso gli altri contribuisca a creare benessere per tutti. 

“È stato molto gentile da parte tua aiutare tua sorella a trovare il gioco che aveva perduto. Scommetto che se lo ricorderà e ti aiuterà quando sarai tu ad averne bisogno”. 

Questo atteggiamento rinforza e premia il comportamento empatico e aumenta la probabilità che comportamenti analoghi vengano agiti nel futuro. 

Solide abilità empatiche predispongono e favoriscono nel bambino una vita più piena e gratificante in età adulta. Genitori, insegnanti, educatori e anche i fratelli possono giocare un ruolo decisivo nel sostenere l’acquisizione di questa abilità.

 

E. Dimostra gentilezza

Insegna l’ascolto ai bambini mostrando interesse quando parlano con te: ascoltali in modo attento, evita di interromperli, ripeti quanto ti hanno raccontato in modo da accertarti e chiedere loro conferma che hai compreso il senso di quanto ti volevano dire. Presta loro attenzione in modo da comprendere la loro prospettiva e metterti nei loro panni. 

 

F. Esprimi disapprovazione verso i comportamenti scortesi o poco irrispettosi

Può capitare che il tuo bambino si rivolta a un adulto o a un fratello in modo poco gentile o irrispettoso. 

Coinvolgi il bambino per portarlo a riflettere invitandolo a interpretare come il suo comportamento o una sua azione abbiano fatto sentire l’altro. Chiedi al tuo bambino. "Come immagini si possa sentire lui/lei quando usi un tono scortese?”

 

 

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5. Pratica le otto abitudini utili ai bambini per educarli all’empatia

Educare all’empatia è anche questione di abitudini, in particolare queste otto:

Curiosità: esercitati nell’immaginare come le persone accanto a te si sentono. Cerca di comprendere a fondo il loro punto di vista.

 

  • ascolto attento: molte persone non hanno l’abitudine di ascoltare in modo attento. Cerca di non intervenire o interrompere il tuo interlocutore, presta piuttosto attenzione a quanto l’altro sta dicendoti con l'obiettivo di avere una comprensione più piena possibile di cosa pensa e di come si sente
  • ripetizione e parafrasi: cerca di ripetere a chi ti ha parlato cosa hai inteso ti abbia detto, con le tue parole. Così potrai verificare di aver compreso correttamente ed evitare fraintendimenti. 
  • immaginazione: sforzati di immaginare come sarebbe vivere la situazione di cui l’altra persona ti sta parlando, sforzandoti di fare tuo il suo punto di vista. 
  • mente aperta: consenti alla tua mente di accogliere i pensieri e i sentimenti della persona che ti sta parlando senza giudizio
  • vulnerabilità: in modo rispettoso, condividi i tuoi pensieri e le tue riflessioni su cosa la persona ti sta dicendo, le darai conferma che il tuo ascolto è attento.
  • autoconsapevolezza: cerca di comprendere come le tue emozioni influenzino le tue reazioni e il tuo comportamento
  • sensibilità alle emozioni altrui: sviluppa un tuo radar personale che ti permetta di comprendere come le altre persone si sentono osservando il loro linguaggio corporeo, le loro espressioni facciali, prestando attenzione non solo alle parole ma anche ai non detti e agli impliciti.

 

Infine, per sviluppare una buona competenza empatica occorre che si sviluppino parallelamente anche altre competenze emotive specifiche: 

  • consapevolezza delle proprie emozioni e capacità di gestirle non impulsivamente 
  • abilità di gestire la pressione e il condizionamento da parte dei pari 
  • rispetto per le altre persone 
  • accettazione delle differenze fra persone 
  • capacità di problem solving nella gestione delle decisioni più complesse
  • abilità di gestione e di risoluzione delle situazioni di disaccordo o di conflitto
  • abilità di esporre le proprie ragioni e avanzare le proprie richieste senza atteggiamenti prevaricanti o arroganti.

 

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