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Stare da soli senza sentirsi soli: come riuscirci

Stare da soli senza sentirsi soli: come riuscirci

Per molti di noi la solitudine è una condizione vissuta con accezione negativa. La società non ci aiuta a sostenere questa condizione e la valuta negativamente. Essere soli spesso porta con sé uno stigma sociale, legato all’isolamento, al vivere ai margini.

Questa percezione di isolamento sembra fare riferimento in modo implicito al fatto che essere soli non sia mai una scelta intenzionale, ma una condizione imposta: una persona che non è socialmente inserita nel modo in cui gli altri si aspettano. Addirittura, essere soli può anche rimandare all’idea che una persona abbia qualcosa di sbagliato o difettoso.

Indice dei contenuti:

1. La solitudine: essere soli e sentirsi soli 

2. L'utilità della solitudine per riflettere sulle relazioni

3. I benefici di imparare a stare da soli

  1. Passare del tempo da soli può migliorare la concentrazione e la memoria
  2. Stare da soli rende prioritari i tuoi interessi
  3. Passare del tempo da soli sviluppa la creatività
  4. La solitudine migliora le tue relazioni
  5. Stare da soli aiuta a essere più produttivi
  6. Sperimentare la solitudine rende più empatici 

4. Come stare da soli 

5. Impara a valorizzare la solitudine

 

I social media ci danno l'impressione, o meglio l’illusione, di interagire con gli altri come nella vita reale. I commenti nei social sembrano sostituire le conversazioni: senza questa connessione ci potremmo sentire ansiosi e temere di essere tagliati fuori. 

Tuttavia, molti sanno che il focus su questo tipo di comunicazione ci depriva della possibilità di avere interazioni reali significative. E, ancora più importante, questo tipo di comunicazione ci impedisce di avere un’autentica connessione con noi stessi.

Diversamente dall’essere soli, sentirsi soli implica essere alla ricerca di qualcuno o qualcosa di cui sentiamo di aver bisogno per sentirci sicuri e felici.

 

1. La solitudine: essere soli e sentirsi soli

Per alcuni la solitudine può essere una condizione cronica i cui la compagnia di se stessi non è mai sufficiente. Stare del tempo da soli può produrre ansia o sintomi più accentuati come attacchi di panico e depressione. Per molti la soluzione più immediata per tenere a distanza queste paure è assicurarsi sempre la compagnia di qualcuno.

Ovviamente la solitudine non è un termine che si adatta e descrive tutte le situazioni. Come per ogni altro aspetto della vita, vi possono essere vari gradi di severità che dipendono dai tratti di personalità e dalle esperienze di vita.

Ad esempio, la solitudine può essere vissuta da una persona come il doloroso ricordo di una perdita o di un abbandono, capace di suscitare sentimenti di rifiuto, disconoscimento o non accettazione affettiva.

Spesso essere soli e sentirsi soli sono condizioni spesso confuse come se si trattasse della stessa situazione, mentre si tratta di due cose completamente diverse.

Imparare a stare anche da soli può inizialmente spaventare, ma una volta imparato a farlo può diventare il punto di svolta per lo sviluppo e la crescita personale.

C’è molto da guadagnarci nell’imparare a fare affidamento e soprattutto a fidarsi della propria voce interna come miglior fonte per orientare le proprie scelte.

Essere soli ci consente di superare la vigilanza del contesto e delle relazioni sociali, dandoci la libertà di essere più introspettivi, di pensare a noi stessi e con noi stessi, di fare scelte migliori, basate su ciò che siamo e su ciò che desideriamo senza condizionamenti esterni. 

Spesso siamo suggestionati dai pensieri, dai sentimenti, dalle attitudini e dalle credenze e dai comportamenti di chi vive nella nostra sfera di vita. Naturalmente, possiamo chiedere ad altri il loro parere, ma in ultima analisi confrontarci con noi stessi e prendere decisioni in modo autonomo rispetto a ciò che desideriamo porterà nella nostra vita ciò che è meglio per noi.

 

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2. L’utilità della solitudine per riflettere sulle relazioni

C’è qualcosa di utile nella solitudine? Molte ricerche evidenziano che un eccessivo isolamento può penalizzare lo stato di salute sia dal punto di vista fisico che psichico. Tuttavia, vi sono benefici che derivano dal passare del tempo da soli, nella misura in cui questo è bilanciato dalla possibilità di mantenere relazioni interpersonali solide e supportive.

In particolare, imparare a stare soli può tornare utile quando si tratta di capire di cosa hai bisogno e di cosa vuoi all’interno di una relazione. Alcune persone consentono al partner di dire loro cosa sentono, cosa vogliono e cosa fare, e nella maggior parte dei casi si tratta in realtà di cosa vuole e vorrebbe il partner.

Così, se ti sembra di essere troppo spaventato all’idea di rimanere solo con te stesso, potresti rischiare di investire troppo in una relazione non sana, che ti assicuri di avere sempre qualcuno al tuo fianco. La questione è che non potrai avere una relazione sana con altre persone se prima non hai imparato ad averla con te stesso.

Sono molte le persone che possono essere definite sole: le persone single, le persone anziane rimaste sole e le persone in età adulta che vivono per conto proprio.

Spesso i timori legati alla solitudine sono fraintesi. Né essere single, né vivere soli o invecchiare da soli significa passare la propria esistenza in solitudine. Molte persone, infatti, incluse quelle che sono single dal punto di vista sentimentale, apprezzano la propria solitudine.

Sentirsi soli quindi non riguarda l’essere a proprio agio nello stare da soli, quanto piuttosto soffrire per questa condizione: questo accade quando ad esempio le nostre relazioni sociali non sono come le vorremmo. Le persone si possono sentire profondamente sole anche quando vivono all’interno di un matrimonio e anche quando sono circondate da una folla di persone.

Sentirsi soli è uno stato d’animo molto doloroso, ma è necessario chiedersi cosa si può trarre di buono da questo tipo di esperienza.

È bene quindi ricordare che essere soli e sentirsi soli sono due cose profondamente diverse. Sentirsi soli significa sentirsi isolati a prescindere dalle relazioni interpersonali che si hanno; essere soli invece indica la scelta di prendere anche tempo per sé mentre si intrattengono relazioni interpersonali di vita.

Ci sono circostanze specifiche nelle quali l’essere soli può portare benefici:

  • quando è una scelta volontaria
  • quando la scelta di stare da soli è concomitante alla presenza di relazioni positive interpersonali
  • quando si ha la possibilità di unirsi gruppi di altre persone nel momento in cui si desidera farlo
  • quando ci si sente a proprio agio trascorrendo del tempo in solitudine.

Scegliere di stare per conto proprio può essere rigenerante, ma le variabili significative in questo tipo di scelta sono due: deve trattarsi di qualcosa che stai scegliendo e di qualcosa che apprezzi.

Restare da soli può invece essere penoso se è percepito e vissuto come una punizione o se porta a sentirsi esclusi o emarginati dalle relazioni sociali.

 

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3. I benefici di imparare a stare da soli

Vediamo allora alcuni benefici concreti dell’apprendere a stare da soli.

 

A. Passare del tempo da soli può migliorare la concentrazione e la memoria

Quando lavori all’interno di un gruppo, puoi trovarti a fare meno sforzi per memorizzare le informazioni perché dai per implicito che ciò che tu non ricordi lo potranno ricordare altri colmando il vuoto di memoria. 

Questo fenomeno è conosciuto come “pigrizia sociale”. Lavorare da solo su un progetto ti può portare a migliorare la tua attenzione, e di conseguenza la capacità di fissare i ricordi a breve termine e di richiamarli alla memoria.

 

B. Stare da soli rende prioritari i tuoi interessi

Quando sei circondato da altre persone, puoi trovarti a dover mettere da parte i tuoi interessi e le tue idee per assecondare i desideri e i bisogni di familiari e amici.

Essere da solo e prenderti del tempo per te stesso ti dà il tempo per focalizzarti sulle cose che ti interessano. Stare da soli è una parte fondamentale dello sviluppo personale. Ti permette di conoscerti, ti dà un’opportunità per fare scelte più autonome e anche più creative, oltre a focalizzare la tua attenzione senza preoccuparti di ciò che le altre persone pensano.

 

C. Passare del tempo da soli sviluppa la creatività

Il brainstorming di gruppo è spesso considerato una strategia ottimale per generare nuove idee. Tuttavia, le ricerche evidenziano come le persone possano essere altrettanto performanti quando devono risolvere questioni complesse per conto proprio. 

Laddove gli sforzi di un gruppo sono anche legati al bisogno di ottenere un consenso e adattarsi al pensiero di molti, lavorare da soli incoraggia la ricerca di soluzioni innovative senza l’aggiunta della pressione sociale esercitata dal gruppo.

 

D. La solitudine migliora le tue relazioni

Le relazioni interpersonali sono spesso più forti quando ogni persona si riserva il tempo di prendersi cura di se stessa. Questo vale anche quando si tratta di amicizia, dove i periodi di distanza non intaccano ma fortificano il rapporto.

Avere relazioni di amicizia e un forte sistema di supporto interpersonale è importante per la salute e per il benessere emotivo, ma a volte prendersi una pausa e fare esperienze anche in solitaria può aiutare a rendere ancor più apprezzabili quelle relazioni.

 

E. Stare da soli aiuta a essere più produttivi

Il lavoro di gruppo è spesso esaltato come via per migliorare la collaborazione e l’innovazione, ma può essere anche fonte di distrazione. Quando ci si sforza di prestare attenzione a più argomenti contemporaneamente, si è visto che la capacità produttiva generale diminuisce. 

Perciò, anche se non hai il tempo e non puoi concederti il lusso di lavorare su un progetto alla volta, puoi contrastare l’effetto della dispersione dell’attenzione concentrandoti su un compito alla volta.

 

F. Sperimentare la solitudine rende più empatici

Passare del tempo da soli migliora il senso di empatia nei confronti delle persone che ci circondano. Ricavarsi spazi e tempi da vivere da soli non è sempre facile, soprattutto da quando la tecnologia ha condizionato la qualità del tempo che passiamo da soli, spesso con il cellulare in mano.

Anche quando sei solo con te stesso può essere difficile rinunciare allo smartphone e isolarti dagli altri e dal messaggiare e comunicare con loro: sospendere l’uso del cellulare per un breve periodo può essere utile.

 

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4. Come stare da soli

Stare soli non viene spontaneo a tutti. Se sei una persona abituata a circondarti di persone, amici o familiari che siano e addirittura preferisci la compagnia di estranei, prova a sperimentare il piacere di stare da solo ogni tanto. Qui alcuni consigli per iniziare a farlo:

  1. Fai un piano: il miglior tempo passato da soli è quello in cui stabilisci un periodo specifico per startene per i fatti tuoi. Non deve essere un frangente in cui ti sforzi, che finirebbe per lasciarti un senso di isolamento e di abbandono: individua una serata o un week end per sperimentare del tempo in solitudine.
  2. Elimina le distrazioni: se hai la tentazione di dedicarti al lavoro, di controllare i social media o di parlare a lungo al telefono, inizia a staccare i device che potrebbero distrarti. Lascia da parte pc e smartphone e focalizzati sul fare qualcosa che abitualmente non fai quando sei solo.

 

5. Impara a valorizzare la solitudine 

In un mondo iperconnesso che spesso toglie significato allo stare da soli, è importante ricordare l'importanza di passare del tempo da solo con i tuoi pensieri. Per molti di noi la solitudine è una condizione vissuta con accezione negativa. La società non ci aiuta a sostenere questa condizione e la valuta negativamente. Essere soli spesso porta con sé uno stigma sociale, legato all’isolamento, al vivere ai margini.

Questa percezione di isolamento sembra fare riferimento in modo implicito al fatto che essere soli non sia mai una scelta intenzionale, ma una condizione imposta: una persona che non è socialmente inserita nel modo in cui gli altri si aspettano. Addirittura, essere soli può anche rimandare all’idea che una persona abbia qualcosa di sbagliato o difettoso.

I social media ci danno l'impressione, o meglio l’illusione, di interagire con gli altri come nella vita reale. I commenti nei social sembrano sostituire le conversazioni: senza questa connessione ci potremmo sentire ansiosi e temere di essere tagliati fuori. 

Tuttavia, molti sanno che il focus su questo tipo di comunicazione ci depriva della possibilità di avere interazioni reali significative. E, ancora più importante, questo tipo di comunicazione ci impedisce di avere un’autentica connessione con noi stessi.

Diversamente dall’essere soli, sentirsi soli implica essere alla ricerca di qualcuno o qualcosa di cui sentiamo di aver bisogno per sentirci sicuri e felici.

 

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